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Star Trek: Discovery, la Federazione che non abbiamo mai visto!

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Star Trek: Discovery, e diverso da qualsiasi altra serie televisiva. È un evento “culturale” che la gente stava aspettava da anni. Adesso ci sono tre generazioni che sono cresciute insieme a Star Trek nelle sue diverse incarnazioni, e il franchising è venuto a rappresentare ciò che molti di noi considerano: un domani/futuro migliore. Sono passati 12 anni da Enterprise e la differenza nelle animazioni computerizzate, la cosiddetta Computer Generated Imagery (CGI) si vede tutta. La puntata ambientata in prossimità di un sistema binario lascia di per sé senza fiato per il livello di dettaglio degli asteroidi e dei giochi di luce delle stelle.

Non c’era assolutamente alcun modo che i primi due episodi (disponibile su Netflix) avrebbero potuto soddisfare tutte le nostre aspettative. Inoltre, le  aspettative non erano molto. La produzione ha perso un showrunner a metà corsa  e l’avanzamento è stato lento, a dir poco. Quindi non dovrebbe stupire che i primi due episodi non sono stati perfetti. Nonostante ciò, mi ha veramente sorpreso  in modo positivo, lo spettacolo in molti altri punti. Discovery, ci ha dato una nuova prospettiva drammatica e originale sull’universo Star Trek. Anche se la serie, nel Trek timeline,  e solo 10 anni prima della serie originale di Star Trek, ha avuto strano sentimento e un ambientazione futuristica impostata dal film di J.J. Abrams. Dopo solo due puntate e presto dire se Star Trek: Discovery sia bello, brutto o se avrà successo. Di certo questo inizio di stagione, pur partendo in modo un difficile, non è niente male. Ci mostra una Federazione che non abbiamo mai visto!

Spoiler Alert!

I primi due episodi di Discovery sono sicuramente a scoppio ritardato. L’inizio e lento, molto lento con dialoghi difficili tra il primo ufficiale Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) e il capitano Philippa Georgiou (Michelle Yeoh) mentre vengono presentati i personaggi, la loro missione e USS Shenzhou. Ma tutto questo per costruire una battaglia finale sorprendente. I Klingon, stanno acclamando  il loro nuovo messia, la federazione ragiona su come reagire sugli eventi in corso (perché Star Trek: Discovery sarà incentrata sulla guerra tra la Federazione e i Klingon). I personaggi principali stanno morendo?!? La serie è passata da zero a velocità di curvatura in meno di due ore… e la parte migliore? Per la prima volta dopo tanto tempo, Star Trek e pericoloso. Con  Star Trek: Discovery lasciamo i confini accoglienti di una tipica serie Trek (i riferimenti alla tradizione trekkiana non mancano teletrasporto, Sarek (il padre di Spock), ologrammi, il ponte di comando con i vari ufficiali, scudi e phaser) dietro la scena di apertura, in cui Burnham e Georgiou sono in una missione pacifica per aiutare una civiltà di pre-contatto a sopravvivere alla siccità. Dopo aver eliminato il blocco in un pozzo, scambiano un po di battute e tornano sullo USS Shenzhou per verificare uno strano oggetto  trovato in un sistema binario. Oscurato da un qualche tipo di campo di occultamento, l’oggetto potrebbe essere correlato come la causa dei danni subiti da un vicino relay di comunicazioni della Federazione.

Quando Burnham va a indagare sull’oggetto indossando nient’altro che una tuta spaziale e jetpack, viene svelato il motivo della serie. Da soli in un vasto campo di detriti, illuminato dalla luce delle  due stelle, Burnham sembra più vulnerabile e audace di tutti gli ufficiali della Flotta Stellare che abbiamo conosciuto prima. Non c’è una squadra di supporto lontana, Non c’è una navetta che la protegge, c’è solo lei. Quando finalmente trova il misterioso oggetto, un antico faro klingoniano, da sola in un vuoto, incontrando qualcosa di letteralmente impressionante. C’è qualcosa di orgoglioso in questa scena, specialmente quando si avvia in una lotta mortale con un Klingon che protegge il posto. È come se fossero due cavalieri che combattevano in armatura, tranne che fossero al centro dello spazio. Questa scena è anche il primo indizio che Discovery non resterà sulla linea base del “tutto bene” dei precedenti film Trek. Showrunners Gretchen Berg e Aaron Harberts avevano già accennato nelle interviste che questa serie sarebbe diversa.

Michael Burnham, protagonista in conflitto tra emozioni e logica

Ci sono conseguenze drammatiche alla lotta spaziale, Burnham riesce a spingere il Klingon sul proprio bat’leth e scappare. Ritorna alla nave ferita, chiedendo a Georgiou di rifiutare il mandato pacifico della Flotta, affinché possano distruggere immediatamente la nave Klingon che si affaccia nelle vicinanze. A differenza del duro ma coretto Sisko(DS9) o Picard(TNG) sempre etico, Burnham è un eroe difettoso che a volte preferisce una politica concreta piuttosto che idealismo dei primi due. Orfana dei genitori, elemento molto strumentale in tutta la serie, e soprattutto ricco di contraddizioni. Le interazioni con gli altri personaggi chiave di queste prime due puntate sono da subito molto interessanti e ci calano immediatamente nello spirito Trek della serie originale, non fatta solo di regole, ma anche di cuore e impulsività

Georgiou cerca di usare la diplomazia con i Klingon, Burnham si consulta privatamente con il padre adottivo Sarek (e sì, questo fa di lei la sorella di Spock), che appare attraverso un “sistema di telepresenza” olografica che non abbiamo mai visto in precedenza. Sarek gli consiglia di usare il “Saluto Vulcaniano”, riferendosi ad un evento nella storia dei Vulcaniani che di sicuro e una notizia per i fan. A quanto pare quando i Vulcani incontrarono per la prima volta i Klingon, la specie guerriera sparò su di loro. Dopo di che, i Vulcaniani hanno adottato la politica di sparare prima sui Klingons per guadagnarsi il loro rispetto. Questo non sembra l’atteggiamento razionale vulcaniano che conosciamo dalle precedenti serie, ma ancora una volta Star Trek: Discovery è tutta sulla rivelazione di una Federazione che non abbiamo mai visto!!! Con le nuove informazioni, Burnham cerca di attaccare la nave Klingon. Qui, una altro evento sconvolgente, quando Kirk piegò le regole, alla fine di solito fu ricompensato risultato positivo. Combattere per salvare il suo equipaggio è la scelta giusta, anche se all’inizio sembra sbagliato. Ma quando Burnham prova la sua mossa disperata per salvare la sua nave, si scopre che la sua scelta e bagliata portando ad un effeto domino. Li costano l’amicizia che ha forgiato durante i 7 ani di permanenza sulla nave con Georgiou, e mandato in carcere per ammutinamento. Dovrà sopportare la morte di tutto ciò che lei ama, tra cui Georgiou e la maggior parte dell’equipaggio. Alla fine del secondo episodio, sta affrontando la vita in prigione per i suoi crimini.

I nuovi Klingon

 

Discovery ci presenta il capitano Georgiou solo per ucciderlo. Lo stesso vale per il leader di Klingon T’Kuvma (Chris Obi), che muore nel modo esatto che Burnham temeva. Diventa martire mentre combatte gli umani malvagi. Mentre la serie è in corso, il nostro protagonista sarà Burnham, e il nostro principale antagonista sarà il protettore di T’Kuvma Kol (Kenneth Mitchell), un Klingon pallido che è il “figlio di nessuno”, un emarginato tra la élite Klingoniana. Nonostante il loro nuovo look, i Klingon sono molto in linea con gli umanoidi che abbiamo conosciuto nella serie Next Generation. Hanno una storia complicata e sono ossessionati dall’onore, dalla purezza razziale e dalla tradizione spirituale. Ovviamente, odiano la Federazione  multi-specie che promette la pace, ma non esitano a sparare prima e fare domande dopo con il “Saluto Vulcaniano”. Anche se molti aspetti sembrano di portare Star Trek in verso una nuova direzione  in termini di personaggi e storie – è bello vedere che le motivazioni dei Klingon sono rimaste invariate. Sono ancora il nemico numero 1 della Federazione, eppure i loro impulsi violenti non sono per niente alieni ma rappresentano i peggiori istinti dell’umanità. Quando gli umani combattono i Klingon, combattiamo anche noi stessi. l’idea di far parlare i Klingon in “lingua originale” è stata vincente e contribuisce a far immergere lo spettatore in un’atmosfera particolare.

Sì, ci sono anche dei problemi

Discovery ha i suoi grandi momenti ma ci sono anche dei problemi.  Non tutto però ci ha convinto al 100%. Secondo noi nel primo episodio si rimane un po’ delusi, dai dialoghi, degli scontri nello spazio poveri di impatto, un po’ troppo frettolosi e ben lontani da quelli di Battlestar Galactica. Mentre la tensione cresce avolte ci sembra di entrare in una di quelle dinamiche “discutiamo un po” e cosi tutto diventa di nuovo tropo calmo. Il ponte della USS Shenzhou ci sembra veramente troppo diverso da quello delle altre navi della timeline originale. Più della tecnologia molto più avanzata (era infatti lecito aspettarsi qualche ritocco) sono gli spazi enormi a lasciarci perplessi. In un epoca in cui le navi spaziali sono  ancora piccole e di certo non comparabili a quelle del 24 secolo il ponte della USS Shenzhou sembra due volte quello dell’Enteprise D e sicuramente fuori misura. I prossimi episodi molto probabilmente continueranno a portare Burnham in una direzione inquietante. Decaduta, dopo l’incidente con i Klingon, dovrà lottare duramente se vuole tornare nella Flotta Stellare. Mentre combatterà per riscattare se stessa, la guerra tra i Klingon e la Federazione in atto, renderanno ancora più difficile le sua vicende.

Nel complesso, un inizio incoraggiante

Sembra un futuro dark in Discovery. Ma in realtà e un futuro realistico e complicato. Non stiamo cercando di rendere la galassia un posto migliore per tutti ma siamo nel mondo reale. Nel complesso, un inizio incoraggiante e anche piuttosto diverso da quelle che erano le aspettative iniziali, che speriamo porti Star Trek a una nuova giovinezza e possa rilanciare la fantascienza classica su piccolo schermo, che a parte pochissime eccezioni come The Expanse non sta certo attraversando il suo momento più florido e felice.

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